Archivi del 2009

Intervista di Paolo Tolotti in occasione conferimento PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA

17 Giugno 2009

PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA ASSEGNATO AL GIORNALISTA ROMANO VINCENZO DI MICHELE

IO, PRIGIONIERO IN RUSSIA” RAGGIUNGE LE 20.000 COPIE VENDUTE

Il Premio di Cultura e Vita Alpina, assegnato ad aprile 2009 presso l’Oratorio dei Disciplinanti a Finale Ligure, è stato istituito dall’ing. Alberto De Cia per onorare la memoria del padre, Gen. Di Divisione Amedeo De Cia, un grandissimo alpino che ha avuto una lunga carriera partecipando a tre guerre e meritando sul campo numerose onorificenze per il valoroso e talora eroico comportamento: fu tra l’altro tra i primi a varcare il Piave nella riscossa di Vittorio Veneto successiva alla disfatta di Caporetto subita dall’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Sul finire della sua carriera il Generale De Cia ebbe il comando della Scuola Allievi Ufficiali di Bassano, fino a raggiungere i massimi incarichi militari in ambito alpino. Il premio “Amedeo De Cia” è rivolto a coloro che ripropongano alle attuali generazioni i valori della cultura alpina, ad uomini di montagna che si siano distinti in gesti di speciale sensibilità umana tesi a perpetuare lo spirito alpino e ad alpini in armi che con il loro agire ricalchino i tradizionali valori degli alpini. Quest’anno il premio è stato assegnato al giornalista romano Vincenzo Di Michele per l’attenta opera letteraria delle memorie del padre, Alfonso Di Michele, reduce dalla campagna di Russia.

La Famiglia Di Michele, infatti, originaria di Pietracamela, nell’Appennino Abruzzese, vide nel 1942 l’arruolamento nel corpo degli Alpini, Battaglione L’Aquila, del figlio minore Alfonso appena ventenne, con destinazione il fronte Russo. La spedizione militare dell’ARMIR, L’Armata Italiana in Russia voluta da Benito Mussolini, si rivelò uno dei peggiori disastri militari della storia italiana con circa 30.000 morti sui campi di battaglia e 60.000 morti nei brutali campi di concentramento russi, dai quali ben pochi prigionieri poterono fare ritorno a casa, riportandone inoltre segni indelebili nel corpo e nello spirito. Alfonso fu uno dei 10.000 reduci che poté fare ritorno al suo paese dopo quattro anni di prigionia trascorsi tra i campi di concentramento Siberiani e i campi di lavoro nel Kazakistan, nei quali venne sistematicamente negata ai prigionieri, assieme ai più elementari diritti, anche la dignità di persone umane.  Nella biografia di Alfonso Di Michele si ripercorre con gli occhi di uno dei diretti protagonisti, una pagina di storia italiana ed europea, che ha il pregio di far riflettere il lettore di oggi sul significato della guerra e della pace oltre che sul valore degli alpini che vi presero parte. Dopo aver fatto ritorno alla sua terra ed alla sua famiglia, Alfonso fu costretto a convivere per tutta la vita con i malanni derivanti dalle sofferenze e dalle privazioni patite e nascose dentro sé stesso la memoria indelebile della sua prigionia, condivisa nel corso della sua vita unicamente con l’amico Dante Muzi, a sua volte reduce dalla Russia. Abbiamo rivolto all’autore di “Io, prigioniero in Russia”, Vincenzo Di Michele, alcune domande:

Come è nata l’idea dell’opera?: Mio padre ha sempre raccontato in modo generico e distaccato la sua avventura in Russia come se quella storia non gli appartenesse; ma io intuivo che i suo scarni resoconti, ripetuti in famiglia a cantilena, nascondevano ben altro. Quando dopo la sua scomparsa ho potuto leggere il suo diario di quegli anni ne sono rimasto profondamente toccato e ho sentito l’esigenza di rintracciare l’amico Dante Muzi, del quale avevo sentito parlare da parte di mio padre, per poter raccogliere ulteriori testimonianze.

Che cosa l’ha spinta a raccontare dei fatti della vita di suo padre ad oltre sessant’anni dal loro svolgimento?: Mi sono reso conto dal diario e dalle testimonianze raccolte, di quali vicende avessero affrontato mio padre ed i suoi sfortunati commilitoni, ed ho sentito il dovere oltre al desiderio di pubblicare quest’opera, per testimoniare ed onorare la memoria di mio padre e dei tanti che come lui hanno partecipato alla campagna di Russia senza averne potuto raccontare l’esito.

Qual’è stata l’accoglienza riservata al suo libro?: Ho ricevuto diversi riconoscimenti ma ciò che mi ha colpito maggiormente è l’interesse riscontrato da parte dei lettori. Fino ad oggi sono state vendute 20.000 copie di “Io, prigioniero in Russia”; attualmente sto pensando alla possibilità di trarne una versione cinematografica..

Ha intenzione di dare un seguito ad “Io, prigioniero in Russia”?: Si sono attualmente impegnato nella raccolta di materiale inedito in merito alle vicende dei reduci dalla Russia. Chiunque voglia raccontare la propria storia o quella dei propri familiari può mettersi in contatto con me tramite il sito internet www.vincenzodimichele.it. Tra l’altro attraverso il mio sito ho già potuto mettere in contatto familiari di militari scomparsi in Russia con reduci che a distanza di anni hanno potuto raccontare di loro.
Vincenzo Di Michele con “Io, prigioniero in Russia” ha ricevuto inoltre il premio Baiocco alla memoria storica ed è stato encomiato dal Presidente della Repubblica Italiana.

Vincenzo Di Michele presenta in conferenza stampa la manifestazione  Estate in XX

5 Giugno 2009

5-Giugno-2009 | 15:30 | Invia questo articolo ad un amico

Una manifestazione culturale, sportiva, di intrattenimento ma anche di incontri e dibattiti. Questo sarà la terza edizione dell’evento Estate in XX presentata questa mattina nella cornice della Torretta Valadier di Ponte Milvio da Vincenzo Di Michele alla presenza di Lavinia Mennuni, Consigliere Comunale con delega alle Pari Opportunità, Gianni Giacomini, Marco Perina e Giuseppe Calendino rispettivamente Presidente, Assessore alla cultura e Presidente della commissione cultura del XX Municipio.

“Un fiore all’occhiello dell’offerta estiva ai cittadini di Roma Nord”. Così ha definito la manifestazione Marco Perina “un appuntamento ormai fisso, atteso e molto partecipato non solo dai residenti di Grottarossa ma di tutti i quartieri limitrofi”.Già, perché Estate in XX, con il patrocinio del Municipio,  si tiene dal 12 al 21 Giugno proprio in via di Grottarossa 207, sulla Cassia, nel famoso Parco della Pace, un polmone di verde nel quale i bambini dalle 16 in poi potranno fare sport in aree attrezzate e giocare mentre la sera, ai più grandi, saranno offerte gratuitamente serate di allegria e di divertimento, concerti musicali e musica popolare, insomma eventi per tutti i gusti. “Ma anche dibattiti ed incontri con le istituzioni” ha tenuto a precisare Giuseppe Calendino “perché Estate in XX vuole essere anche opportunità di aggregazione dei cittadini intorno ai temi del quartiere, della qualità della vita di questo spicchio di Roma, dei problemi e delle difficoltà di tutti i giorni”.

Max Gigliucci, responsabile artistico della manifestazione, ha sottolineato invece la qualità del programma che vede ogni sera un appuntamento diverso a dimostrazione del grande sforzo creativo ed organizzativo. “Uno sforzo ammirevole” ha aggiunto Calendino “perché tutta l’organizzazione si basa sul lavoro volontario di una ventina di ragazzi mossi solo dall’amore per il territorio e dalla voglia di darsi da fare per la comunità” .

Insomma, le premesse perché Estate in XX sia una terza edizione di successo ci sono tutte. Il Presidente Gianni Giacomini nel definire “un ottimo lavoro quello di Giuseppe Calendino, tenace ispiratore della manifestazione” ha promesso che non mancherà di passarvi diverse serate. E lo ha promesso anche Lavinia Mennuni, colpita dalla capacità organizzativa che questo territorio può esprimere. Ma Mennuni e Giacomini saranno in ottima compagnia, perché in coda alla conferenza stampa abbiamo raccolto voci di altre significative presenze …

1° sfilata dei trattori d’epoca  per le vie di Roma

3 Giugno 2009

Nell’ambito della manifestazione “Operazione Tuono Viaggiante”, VI edizione, dal tema “omaggio alla Repubblica fondata sul Lavoro”, per i 60 anni della Costituzione, organizzata dal CAMAE (Club amatori macchine agricole d’epoca) di Castiglion Fibocchi- Arezzo, fondato da Ernesto Ferrini, avrà luogo per la prima volta a Roma, con la collaborazione del dr. Vincenzo Di Michele, una sfilata di antichi trattori, simbolo del lavoro e di sviluppo tecnologico.
Il presidente del XX municipio di Roma, Gianni Giacomini darà il via alla sfilata che partirà da Grotta Rossa la mattina di sabato 13 giugno alle ore 9  e percorrerà le vie del centro fino al Campidoglio dove verrà salutata dalle autorità del Comune di Roma, al quale il CAMAE lascerà un omaggio-ricordo della manifestazione.

Questa prima e unica sfilata storica di trattori d’epoca, per lo più a “testa calda”, degli anni ’30-40 e ’50-60 è stata resa possibile grazie anche all’interessamento dell’on. le Lavinia Mennuni, che si è prodigata affinchè si realizzasse un simile evento all’insegna della tradizione, che rappresenta anche un’opportunità per tutti i cittadini di ammirare per la prima volta nella capitale mezzi storici rari, che tanto hanno fatto per alleviare la fatica dell’uomo e aiutarlo nel suo duro lavoro.

Da segnalare anche il convegno che si terrà il giorno prima: 12 giugno presso la Sala conferenze della Camera dei Deputati alle ore 16, di cui si allega l’invito

Vincenzo Di Michele


Sfilata dei trattori d’epoca
15/06/2009

Roma, 15 giu 2009 – Si è svolta sabato scorso la prima sfilata di trattori d’epoca per le vie di Roma, un omaggio alla tradizione agricola e alla storia dello sviluppo tecnologico del nostro paese. L’evento è stato organizzato dal CAMAE (club amatori delle macchine agricole d’epoca), nell’ambito della sesta edizione della manifestazione “operazione tuono viaggiante” dal tema “omaggio alla repubblica fondata sul lavoro”, con la collaborazione dello scrittore Vincenzo Di Michele. Punto di partenza della sfilata è stata via di Grottarossa, nell‘area che ospita la manifestazione “Estate in XX”.

I trattori, per la maggior parte a “testa calda” degli anni 40′, 50′ e 60′, sono arrivati a Roma su grandi auto camion da diverse parti d’Italia e nelle prime ore del mattino di sabato sono stati preparati per la sfilata. Intorno alle dieci e mezza è arrivato anche il Presidente del XX Municipio Gianni Giacomini che ha dato il via alla manifestazione. Da via di Grottarossa i trattori hanno percorso la via Cassia e hanno raggiunto la piazza di Ponte Milvio. La sfilata si è poi indirizzata verso il Foro Italico dove ha attraversato il Tevere per raggiungere il quartiere Flaminio. I trattori hanno effettuato una sosta nei pressi di Viale XVII olimpiade, al Villaggio Olimpico, dove ad attenderli c’era Lavinia Mennuni, Consigliere Comunale con Delega alle Pari Opportunità, che molto si è spesa, nei mesi passati, per la realizzazione della sfilata. In occasione della sosta al Villaggio Olimpico Il Presidente Giacomini ed il consigliere Mennuni hanno conferito dei riconoscimenti ai partecipanti. La manifestazione, di certo offuscata da eventi di più ampia visibilità che si sono tenuti nella stessa giornata, prima di tutto il Gay Pride, ha rappresentato comunque un’occasione importante per i cittadini di Roma per ammirare, per la prima volta nella Capitale, molti mezzi storici rari che hanno avuto storicamente un ruolo importantissimo nella vita materiale di molti contadini italiani.

Luigi Gaetani d’Aragona
[email protected]

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Il Contributo della Società Plasgomma nell’ambito dei progetti per la sicurezza stradale

30 Maggio 2009

Nell’ambito dei progetti  finalizzati alla sicurezza stradale, una dedita citazione viene espressa alla Società  PLASGOMMA  per il contributo al libro “GUIDARE OGGI ”  autore  ” Vincenzo Di Michele” edito da “Curiosando Editore” .
La Società Plasgomma, nata nell’anno 1980 come ditta di stampaggio di materie plastiche e gomma per lavorazioni conto terzi di particolari per elettrodomestici, nel corso degli anni,  ha specializzato la sua attività nel settore auto motive realizzando articoli tecnici per aziende motociclistiche e automobilistiche di livello europeo ( Honda, Ducati ecc) . Dal 2004 insieme all’attività di stampaggio, ha creato un nuovo reparto di progettazione e produzione stampi, e inoltre dal 2007 ha creato, de localizzando, un nuovo stabilimento operativo nella regione Abruzzo.
La Plasgomma propone ai propri clienti un servizio completo di consulenza, progettazione , costruzione stampi, realizzazione prodotti , assemblaggio e logistica, crede fermamente nella qualità dei propri prodotti, nella specializzazione del proprio personale , nel rispetto della sicurezza e delle politiche ambientali , infatti fin dal 1999 risultava certificata UNI EN ISO 9001:2001 e nel   2006 ha  conseguito le certificazioni UNI EN ISO 14001/2004 ,  nell’ottica di un continuo miglioramento nella gestione dei processi di produzione, che ha permesso di arrivare , attualmente, ad occupare più di 70 forze lavorative, con rapporti e clienti in tutta Europa.

Intervento del Tg1 alla XXII Fiera internazionale del Libro con ripresa televisiva per il Libro “ Io Prigioniero in Russia” di Vincenzo Di Michele

17 Maggio 2009

Sono stati 307.650 i visitatori alla XXII Fiera Internazionale del Libro che si è svolta a Torino dal 13 al 17 Maggio 2009. Tra gli argomenti trattati si è riscontrato un notevole interesse per gli argomenti storici .

In particolare si è riscontrato come argomento di interesse la Campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale emblema della quale è stata la novità editoriale ripresa in diretta televisiva dal Tg1 “Io Prigioniero In Russia” di Vincenzo Di Michele.

Ripresa televisiva tg1 Rai per il libro Io prigioniero in Russia allla Fiera internazionale del libro a Torino Maggio 2009

Assegnato a Vincenzo Di Michele il PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA

29 Aprile 2009

“GEN. DIV. AMEDEO DE CIA” per l’attenta ed accurata opera letteraria delle memorie del familiare reduce dalla prigionia in Russia

Nazionale Alpini
Sezione di Savona
Gruppo di Finale Ligure

con il patrocinio di

Comune di Finale Ligure
Comando Truppe Alpine
Presidenza Nazionale A.N.A.

PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA “GEN. DIV. AMEDEO DE CIA”

Sabato 4 aprile 2009, ore 9

Finale Ligure Borgo
Oratorio de’ Disciplinanti di Santa Caterina, Sala delle Capriate

Festa del Gruppo Alpini di Finale Ligure e consegna dei riconoscimenti del Premio di cultura e vita alpina “Generale di Divisione Amedeo De Cia”, sabato 4 aprile, dalle 9, all’Oratorio de’ Disciplinanti di Santa Caterina in Finalborgo.

Il Premio, istituito da Alberto De Cia per onorare la memoria del padre, il Generale di Divisione Amedeo De Cia, nato a Gerace Marina (Calabria), ma discendente di una famiglia originaria del Finalese (Calice Ligure, frazione Carbuta), viene assegnato annualmente a persone, in armi o in congedo, che in Italia o all’estero si siano distinte nel ricordare e tramandare, specie allenuove generazioni, i valori degli Alpini. Il Premio è esteso ad enti ed associazioni legate al mondo alpino che operino nell’ambito del volontariato.

La commissione esaminatrice è composta da delegati delle seguenti associazioni:

– Sezione Ass.Nazionale Alpinidi Bassano del Grappa
– Sezione Ass. Nazionale Alpini di Pavia
– AssociazioneReduci Reggimento Alpino “Tagliamento”
– Associazione Guide Alpine Italiane
– Gruppo Ass. Nazionale Alpini di Finale Ligure.

Dal concorso sono escluse per regolamento opere o fatti che riguardano il doloroso periodo della lotta fratricidatra italiani 8 Settembre 1943- Maggio 1945 (il regolamento del Premio si trova nel sito internet della Sezione Ass. Naz. Alpini di Pavia). Lo scorso anno i riconoscimenti sono stati assegnati in occasione dell’Adunata Nazionale Alpini di Bassano del Grappa. Quest’anno tocca a Finale Ligure in quanto la premiazione è itinerante nelle sedi delle sezioni, enti o gruppi che hanno un proprio delegato all’interno della commissione esaminatrice.

Programma della giornata:

Ore 9,00: Ammassamento dei partecipanti in via Filelfo. Breve sfilata verso il Borgo, Onore ai Caduti in piazza Milite Ignoto

Ore 10,45:Consegna dei riconoscimenti del Premio di cultura e vita alpina “Gen. Div. Amedeo De Cia” all’Oratorio de’ Disciplinanti (Sala delle Capriate)

Questi i vincitori dell’edizione 2009 che saranno premiati sabato 4 aprile a Finale Ligure:

MOTIVAZIONI DI MERITO

Giancarlo Lenatti – Associazione diSolidarietà Bianco
Per la fondazione di associazione a sostegno della ricerca di cure per rare patologie tumorali infantili

Vincenzo Di Michele
Per l’attenta ed accurata opera letteraria delle memorie del familiare reduce dalla prigionia in Russia

Museo Alpini di Bassano
Per l’impegno e la cure profuse affinché le memorie del passato possano vivere nel presente e nel futuro

Carlo Cucut
Per l’opera di ricerca storicatesa a valorizzare ed esaltareil Reggimento Alpini Tagliamento posto a difesa dei confini orientali d’Italia – Penne Nere sui confini oriental

1° Mar. Luogotenente degli Alpini Mario Rizza
Per le accurate ricerche svolte con passione in oltre 30 anniriguardanti la storia ed il mondo degli alpini rese note in molte opere letterarie

MOTIVAZIONI D’ONORE

C.N.S.A.S. II^ Delegazione di Belluno e Stazione di Feltre
Per “le attività di volontariato esoccorso alpino prestate in montagnain più di mezzo secolo di attività—

Cap. Alpini Stefano Bertinotti
Per l’attenta a ricerca storica riguardante la Divisione Alpina Tridentina durante la tragica ritirata di Russia

Giovanni Lugaresi
Per ” la sua pregevole opera – Alpini di pace – con la quale ha messo in evidenza il valore e l’impegno degli alpini nella società attuale

Volontari di Schio – Autori Claudio Gattera e Roberto Greselin
Per l’impegno profuso volto a salvaguardarei graffiti di un tratto di fronte delle Prealpi vicentine e per l’opera letteraria “Salvare la memoria”

Giancarlo Montrucchio
Per la ricerca storica sugli alpini di una comunità dall’origine delle truppe alpine ai giorni nostri

Luogotenente Donato Tempesta
Per i meriti acquisiti in campo musicale, per la sua appassionata direzione della Fanfara Alpina Tridentina esercitata per oltre 3 lustri sino allo scioglimento

Intervista del giornale “Il Centro”

10 Aprile 2009

31/07/2008

Vincenzo Di Michele riceve il prestigioso premio Baiocco per la memoria storica

8 Aprile 2009

28/03/2009

Vincenzo Di Michele riceve il prestigioso premio Baiocco per la memoria storica (scarica il doc)

La vera storia di un alpino al fronte russo

Vincenzo Di Michele riceve il prestigioso premio Baiocco per la memoria storica

di Paolo Tolotti

Con “Io, prigioniero in Russia” l’autore Vincenzo Di Michele, basandosi sul diario del padre alpino sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale, ha consegnato alla memoria collettiva una pagina di storia italiana ed europea di grande interesse. Il 28 marzo 2009 l’autore ha ricevuto per questa biografia il premio Baiocco speciale per la memoria storica, consegnatogli alla presenza di tutte le autorità del XX Municipio presso la Torretta Valadier di Ponte Milvio. “Io, prigioniero in Russia” che ha già raggiunto le 10.000 copie vendute, è stato inoltre encomiato dal Presidente della Repubblica per la preziosa testimonianza storica.

Ma cosa ci si deve aspettare dalla lettura di questa biografia? Il lettore si trova subito immerso nell’atmosfera di un’Italia di ottant’anni fa, tra l’Appennino abruzzese e Roma, città nella quale Alfonso Di Michele, questo è il nome del protagonista, trascorre per motivi di studio una buona parte della propria giovinezza. Il paesaggio umano descritto con grande semplicità e immediatezza è quello di una famiglia italiana che con tenacia costruisce il proprio futuro attraverso quello dei propri figli.

Dal cuore della provincia abruzzese ha inizio il viaggio del giovanissimo alpino che nell’agosto del 1942, unite le proprie sorti a quelle dell’ARMIR, il corpo d’armata voluto da Benito Mussolini per invadere la Russia, attraversa l’Europa portandosi nella mente le promesse di una facile gloria e nel cuore il timore dell’ignoto, amplificato da una strana profezia che accompagnerà Alfonso lungo tutta la vita. La spedizione si rivela l’inizio di una vera e propria odissea che apre uno squarcio su una pagina di storia, raccontata però attraverso gli occhi dei suoi veri protagonisti: le migliaia di soldati che vi hanno preso parte. Proprio come sarebbe piaciuto al Tolstoj di “Guerra e Pace” o al Manzoni dei “Promessi Sposi”, sono gli occhi del soldato semplice Alfonso Di Michele a narrarci le manovre intorno al fiume Don del Battaglione L’Aquila della Divisione Julia, ad introdurci all’inesorabile logica della guerra basata su vincitori e vinti, a proiettarci quasi sul campo di battaglia insieme al nostro protagonista per renderci partecipi dei rapporti che si instaurano tra carcerieri e prigionieri e delle strategie di sopravvivenza messe in pratica da ragazzi di vent’anni che nel giro di poche settimane vengono strappati alle proprie famiglie, ai propri progetti e ai propri sogni per vedersi proiettati in una vicenda il cui esito appare subito tragicamente incerto. Si pensi che degli oltre 200.000 militari dell’ARMIR, 30.000 morirono nel corso dei combattimenti, 70.000 furono fatti prigionieri e di questi solo 10.000 fecero ritorno alle loro case: attraverso gli occhi del nostro protagonista se ne possono comprendere le ragioni come davanti alla pellicola di un film.

Alfonso insieme ai suoi sfortunati commilitoni viene trascinato a tappe forzate attraverso i boschi e le steppe della Russia immensa fino al lager di Tambov, dove la fame, il gelo intenso, la mancanza di igiene, le malattie sfiancano le forze residue del povero alpino che sfugge alla morte solo grazie all’incontro, imprevedibile quanto provvidenziale, di Antonio Cafiero, un compaesano partito per il fronte alcuni mesi prima di lui. Dopo il ricovero nell’ospedale di Bravoja in Siberia dove rischia l’amputazione delle gambe, viene trasferito nel campo di concentramento di Pakta Aral in Kazakistan. Secondo l’ideologia allora dominante in Russia, Alfonso viene assegnato a lavori pesanti e sottoposto ad un feroce indottrinamento politico. Ancora una volta il nostro involontario eroe, mi sembra giusto definirlo così, deve fare appello a tutte le proprie risorse interiori per reagire e salvaguardare la propria dignità umana e la propria identità; quindi grazie a Tonia, una bella infermiera interessata alla lingua ed alla cultura italiana, ottiene di essere assegnato al pascolo di un gregge di pecore. Finalmente nell’autunno del 1945, dopo quasi tre anni di prigionia, ad Alfonso viene annunciato il rientro a casa, che avviene tra la gioia di vedersi restituito ai propri affetti, l’apprensione per la sorte dei propri cari e per la situazione del proprio paese, la tristezza per i tanti, troppi compagni di sventura che non ci sono più, tra i quali anche Antonio, l’amico al quale Alfonso deve la vita.

In questa biografia, da non perdere, si intrecciano spietatezza e amicizia, disperazione e forza d’animo, ideologia e attaccamento ai propri valori ed alla propria identità, con una freschezza che può scaturire solo da una storia di vita vissuta. Rimangono nella mente del lettore alcune immagini indimenticabili: l’abbraccio della mamma di Alfonso alla partenza per il fronte, il campo di battaglia vicino al Don, la solidarietà delle donne russe durante le marce forzate, l’immagine dell’amico Antonio nella baracca del lager di Tambov. Rimane nella mente e nel cuore anche la risposta alla domanda che veniva posta all’inizio: con questa storia si ritrova il valore e il significato della pace che, non va dimenticato, è una conquista che dobbiamo alle generazioni che ci hanno preceduti e che della guerra hanno pagato il prezzo ma è anche una conquista che ogni generazione deve rinnovare perché il sacrificio di tanti non sia invano.

Vincenzo Di Michele, autore di questa biografia basata sul diario del padre Alfonso, continua a raccogliere materiale destinato ad una nuova opera sui dispersi in Russia. Chiunque sia a conoscenza di fatti riguardanti reduci di guerra o abbia avuto un proprio caro coinvolto nella campagna di Russia può collegarsi al sito www.vincenzodimichele.it.

Paolo Tolotti

Assegnato a Vincenzo Di Michele  il PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA

4 Aprile 2009

Sabato 4 aprile 2009, ore 9

Assegnato a Vincenzo Di Michele il PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA “GEN. DIV. AMEDEO DE CIA per l’attenta ed accurata opera letteraria delle memorie del familiare reduce dalla prigionia in Russia

Nazionale Alpini
Sezione di Savona
Gruppo di Finale Ligure

con il patrocinio di

Comune di Finale Ligure
Comando Truppe Alpine
Presidenza Nazionale A.N.A.

PREMIO DI CULTURA E VITA ALPINA “GEN. DIV. AMEDEO DE CIA”

Sabato 4 aprile 2009, ore 9

Finale Ligure Borgo
Oratorio de’ Disciplinanti di Santa Caterina, Sala delle Capriate

Festa del Gruppo Alpini di Finale Ligure e consegna dei riconoscimenti del Premio di cultura e vita alpina “Generale di Divisione Amedeo De Cia”, sabato 4 aprile, dalle 9, all’Oratorio de’ Disciplinanti di Santa Caterina in Finalborgo.

Il Premio, istituito da Alberto De Cia per onorare la memoria del padre, il Generale di Divisione Amedeo De Cia, nato a Gerace Marina (Calabria), ma discendente di una famiglia originaria del Finalese (Calice Ligure, frazione Carbuta), viene assegnato annualmente a persone, in armi o in congedo, che in Italia o all’estero si siano distinte nel ricordare e tramandare, specie allenuove generazioni, i valori degli Alpini. Il Premio è esteso ad enti ed associazioni legate al mondo alpino che operino nell’ambito del volontariato.

La commissione esaminatrice è composta da delegati delle seguenti associazioni:

–      Sezione Ass.Nazionale Alpinidi Bassano del Grappa
–      Sezione Ass. Nazionale Alpini di Pavia
–      AssociazioneReduci Reggimento Alpino “Tagliamento”
–      Associazione Guide Alpine Italiane
–      Gruppo Ass. Nazionale Alpini di Finale Ligure.

Dal concorso sono escluse per regolamento opere o fatti che riguardano il doloroso periodo della lotta fratricidatra italiani 8 Settembre 1943- Maggio 1945 (il regolamento del Premio si trova nel sito internet della Sezione Ass. Naz. Alpini di Pavia). Lo scorso anno i riconoscimenti sono stati assegnati in occasione dell’Adunata Nazionale Alpini di Bassano del Grappa. Quest’anno tocca a Finale Ligure in quanto la premiazione è itinerante nelle sedi delle sezioni, enti o gruppi che hanno un proprio delegato all’interno della commissione esaminatrice.

Programma della giornata:

Ore 9,00: Ammassamento dei partecipanti in via Filelfo. Breve sfilata verso il Borgo, Onore ai Caduti in piazza Milite Ignoto

Ore 10,45:Consegna dei riconoscimenti del Premio di cultura e vita alpina “Gen. Div. Amedeo De Cia” all’Oratorio de’ Disciplinanti (Sala delle Capriate)

Questi i vincitori dell’edizione 2009 che saranno premiati sabato 4 aprile a Finale Ligure:

MOTIVAZIONI DI MERITO

Giancarlo Lenatti – Associazione diSolidarietà Bianco
Per la fondazione di associazione a sostegno della ricerca di cure per rare patologie tumorali infantili

Vincenzo Di Michele
Per l’attenta ed accurata opera letteraria delle memorie del familiare reduce dalla prigionia in Russia

Museo Alpini di Bassano
Per l’impegno e la cure profuse affinché le memorie del passato possano vivere nel presente e nel futuro

Carlo Cucut
Per l’opera di ricerca storicatesa a valorizzare ed esaltareil Reggimento Alpini Tagliamento posto a difesa dei confini orientali d’Italia – Penne Nere sui confini oriental

1° Mar. Luogotenente degli Alpini Mario Rizza
Per le accurate ricerche svolte con passione in oltre 30 anniriguardanti la storia ed il mondo degli alpini rese note in molte opere letterarie

MOTIVAZIONI D’ONORE

C.N.S.A.S. II^ Delegazione di Belluno e Stazione di Feltre
Per “le attività di volontariato esoccorso alpino prestate in montagnain più di mezzo secolo di attività—

Cap. Alpini Stefano Bertinotti
Per l’attenta a ricerca storica riguardante la Divisione Alpina Tridentina durante la tragica ritirata di Russia

Giovanni Lugaresi
Per “ la sua pregevole opera – Alpini di pace – con la quale ha messo in evidenza il valore e l’impegno degli alpini nella società attuale

Volontari di Schio – Autori Claudio Gattera e Roberto Greselin
Per l’impegno profuso volto a salvaguardarei graffiti di un tratto di fronte delle Prealpi vicentine e per l’opera letteraria “Salvare la memoria”

Giancarlo Montrucchio
Per la ricerca storica sugli alpini di una comunità dall’origine delle truppe alpine ai giorni nostri

Luogotenente Donato Tempesta
Per i meriti acquisiti in campo musicale, per la sua appassionata direzione della Fanfara Alpina Tridentina esercitata per oltre 3 lustri sino allo scioglimento

Personale